DISTURBI PSICOTICI E DELLO SPETTRO DELLA SCHIZOFRENIA

Al di là della descrizione puntuale del Manuale diagnostico (DSM-5-TR; APA, 2023), riportata sotto, questi sono disturbi caratterizzati da grande angoscia, senso di estraneità rispetto al mondo, che a volte porta ad agire in modo aggressivo, compromissioni sotto il profilo affettivo, con appiattimento, depressione, ansia, deficit nella capacità di riflettere su se stessi e/o sugli altri, disorganizzazione nel formulare discorsi, nel pensiero, nel comportamento, fino alla catatonia, ed i cosiddetti sintomi positivi e negativi.
Riguardano stabilmente una piccola fetta di popolazione, lo 0,2-0,5%, ma possono riguardare, invece, transitoriamente, il 5-7% di noi. Come sempre, la differenza fra il transitoriamente e lo stabilmente, la fanno una diagnosi precoce, la quale porta ad un percorso di cura personalizzato volto a risolvere l’episodio nel più breve tempo possibile.
Ancora più importante sarebbe, e ci stiamo lavorando, poter intercettare chi di noi è a rischio di sviluppare questi disturbi, in modo da intervenire con un trattamento preventivo. Obiettivo ambizioso, ma è su questa strada che ci dobbiamo incamminare.
Per poterlo fare, dobbiamo conoscerli, anche solo superficialmente come sono qui descritti, per poter osservare i nostri figli e le persone a noi vicine, e renderci conto se è il caso di chiedere un consulto clinico. Sono infatti disturbi la cui età di esordio può variare nel corso delle nostre vite ma che si concentra, prevalentemente, intorno ai 20 anni di età, con qualche anno, precedente, in cui sono riscontrabili alcuni segni prodromici: ritiro sociale, improvviso calo del rendimento scolastico o lavorativo, deficit di attenzione, concentrazione e memoria, ridotti interessi, o comparsa di interessi bizzarri, ipocondria, depersonalizzazione, azioni impulsive e bizzarrie, espressioni verbali strane o incomprensibili.
Riportiamo di sotto la classificazione del DSM-5-TR, il quale riporta come le caratteristiche “chiave” di questi disturbi siano:
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Deliri: convinzioni inattaccabili e fortemente sostenute nonostante le evidenze contrastanti
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Allucinazioni: esperienze percettive (ad esempio visive o uditive) in assenza di stimoli esterni
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Pensiero, eloqui, comportamento disorganizzato: passare da un argomento all’altro, senza nessi logici, a volte con parole incomprensibili, incoerenti, comportamento motorio anormale, non finalizzato, fino al blocco catatonico
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Sintomi negativi: diminuzione dell’espressione delle emozioni (anedonia, abulia, alogia, asocialità)
Disturbo delirante: presenza di 1 o più deliri per la durata di almeno 1 mese
Disturbo psicotico breve: presenza, anche per 1 solo giorno, di almeno 1 dei punti sopra descritti (punti 1-2-3)
Disturbo schizofreniforme: 2 o più punti sopra descritti per almeno un mese
Schizofrenia: 2 o più dei punti sopra descritti, presente per 1 mese
Disturbo schizoaffettivo: periodo ininterrotto di malattia che soddisfa i criteri sopra riportati per la schizofrenia, caratterizzato da almeno 1 Episodio depressivo Maggiore e deliri e/o allucinazioni che durano per almeno due settimane, e che perdurano anche dopo il rientro dell’Episodio depressivo.
Disturbo psicotico indotto da sostanze o altra condizione medica
Sono disturbi che spesso fanno paura, caratterizzati da stigma sociale, ma la buona notizia e che si possono trattare efficacemente, soprattutto se diagnosticati precocemente e ben curati.
Le linee guida internazionali, alle quali tutti i clinici si dovrebbero riferire, riportano:
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Per quanto riguarda le persone ad alto rischio (familiari di primo grado di persone affette e/o che presentano segni prodromici), come unica linea la Psicoterapia cognitivo comportamentale e/o la psicoterapia familiare interpersonale (Nice, 2014; EPA 2015, CANMAT, 2017)
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Per quanto riguarda le persone al primo episodio psicotico o che si trovano in episodio acuto, tutte le linee guida internazionali raccomandano, come prima linea terapeutica, il trattamento farmacologico psichiatrico, nonché, come intervento di secondo livello la Psicoterapia cognitivo comportamentale per le psicosi (Nice, 2014) Per quanto riguarda i disturbi psicotici e la Schizofrenia, oltre all’intervento farmacologico, assolutamente di primo livello, sono previste, come secondo livello di intervento, la Psicoterapia cognitivo comportamentale per le psicosi, la Psicoeducazione per pazienti e familiari, percorsi di Skill Training, Interventi familiari nonché la Cognitive Remediation Therapy per l’abilitazione e la riabilitazione delle funzioni cognitive (Nice, 2009;2014; APA 2020).
Nella nostra equipe operano professionisti che hanno acquisito competenze specifiche per il trattamento questi disturbi, nonché per la psicoeducazione ai pazienti ed alle loro famiglia, che spesso si trovano smarrite di fronte a queste manifestazioni psicopatologiche, come visionabile nei nostri CV.